Il sistema sociale italiano, che si è retto per decenni sulla famiglia, che ha sempre svolto il ruolo di “compagnia assicurativa” di se stessi, grazie al meccanismo di solidarietà e di sostegno tra i vari componenti, è profondamente cambiato. Un cinquantenne padre di famiglia oggi si trova di fronte problemi completamente diversi rispetto a un cinquantenne di 20 o 30 anni fa. Pensiamo ai nostri figli. I giovani 20 anni fa raggiungevano l’indipendenza economica intorno ai 25 anni. Uno studio della Fondazione Visentini ha stimato che un ventenne che inizia a lavorare oggi raggiungerà un’autonomia finanziaria a quasi 40 anni. Un cambiamento dagli effetti dirompenti.
A tutto ciò si aggiunge il fenomeno dell’invecchiamento della popolazione: i nostri genitori vivono più a lungo e quindi hanno un bisogno maggiore di cure. Se non sono più autosufficienti, parliamo di una spesa dai 2 mila ai 3 mila euro al mese, tra assistenza o rette per le strutture di ricovero. Infine, un 45enne con uno stipendio lordo di 75 mila euro, percepirà una pensione con un tasso di conversione del 37%: significa che chi ha oggi uno stipendio di 3 mila euro si ritroverà domani una pensione di mille euro. Parliamo, insomma, di un mondo completamente diverso, uno scenario nuovo, in cui gli italiani continuano a risparmiare accumulando sul conto corrente e basta.
Oggi lasciare i soldi sul conto corrente non solo non è una scelta efficace, ma è addirittura distruttiva. L’evidenza empirica, che è molto distante dal percepito comune, è che i mercati finanziari siano una macchina in grado di generare enorme ricchezza. Per spiegarlo, basta fare un esempio: prendiamo quattro persone con età diverse, diciamo di 60, 40, 50 e 30 anni e ipotizziamo che i loro rispettivi genitori avessero investito mille euro, il giorno in cui sono nati, nell’indice MSCI World, che rappresenta i principali titoli azionari quotati nelle più grandi Borse del mondo, cioè investiti nell’azionario globale. A consuntivo vedremmo che le quattro persone sono state fortunate in maniera diversa, perché l’andamento dell’investimento dipenderà dal giorno e dall’anno di nascita.
Sappiamo poi che le Borse sono volatili, ma nel lungo periodo crescono sempre. Quello che è certo, però, è che alla fine tutti avrebbero guadagnato: tanto più coloro i quali hanno lasciato lavorare i mercati per un periodo maggiore. Le regole per entrare nei mercati finanziari e guadagnare sono molto elementari, ma non facili da rispettare. Ne dico una: entrare nel mercato e, soprattutto, restarci, che è la cosa più difficile, perché entra in gioco l’emotività. Se una persona avesse investito nel 2008, l’anno successivo al fallimento di Lehman Brothers avrebbe visto i suoi investimenti crollare e la tentazione di uscire sarebbe stata molto forte, con una perdita però di oltre il 50% del proprio capitale investito.
La consapevolezza di questa componente emotiva ci rivela che l’unico “vaccino” è usare metodo e disciplina, l’ educazione finanziaria è la soluzione alla svolta perche’ con essa si comprenderebbero quali sono i fattori determinanti per entrare nei mercati e quali costituiscono le due variabili della performance: il metodo nell’acquisto e la permanenza nei mercati. Solo in questo modo si vince. E si vince sempre. Innanzitutto si conquista l’ autonomia e poi si realizza il resto. Grazie a tutti i lettori per aver seguito questa prima uscita attendo le vostre domande a cui cercherò di dare seguito nei prossimi numeri.